• IL RUOLO DELLA PROCURA EUROPEA NEL SETTORE DOGANALE

La Procura europea è un recente traguardo dell’Unione europea. 

Dibattuta negli anni la sua costituzione, dalla proposta del 2013 raggiunge esito solo nel 2017 e con una partecipazione parziale degli Stati membri per un numero di 20, grazie alla procedura della cooperazione rafforzata. Ad oggi gli Stati membri che hanno aderito sono 22.

L’Italia ne fa parte sin dall’inizio.

Ma solo recentemente, a giugno 2021, la Procura europea diventa operativa e da i suoi frutti.

Lo scopo della Procure europea è di far fronte alle frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Unione europea.

L’esigenza di una Procura europea si determinava dalla volontà di compensare i limiti di un’azione anti frode dettati da competenze territoriali ferme entro i confini nazionali per le procure nazionali e da competenze di merito di autorità unionali, come l’Olaf, prive di un potere di avviare indagini o azioni penali negli Stati membri.

Le frodi al bilancio UE di natura transazionale non sono rare. Nel 2018 si ritiene sussistere una perdita di gettito IVA pari a 140 miliardi di euro a causa di tali illeciti.

La Procura europea funziona con una base centrale e una decentrata presso gli Stati membri.

La propria competenza prevede indagini transfrontaliere sulle frodi d’importo superiore a 10 000 EUR riguardanti fondi dell’UE o sui casi di frodi IVA a livello transfrontaliero che comportano un danno superiore a €10 milioni.

Tra i reati in frode all’erario UE ovviamente rientrano i reati doganali per andare a sottrarre i dazi, risorsa economica unionale.

• LA PROCURA EUROPEA E L’AGENZIA DELLE DOGANE E DEI MONOPOLI

L’intesa tra la Procura europea e la nostra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli diventa più stretta ora. 

A febbraio è stato siglato, infatti, un accordo di cooperazione. Nasce una una più vicina cooperazione e comunicazione tra le due organizzazioni.

Ciò consentirà di rafforzare l’efficacia dell’azione investigativa dell’ADM sotto il coordinamento dell’EPPO, rispetto ai reati di competenza dell’ADM.

Grazie all’accordo di lavoro, gli uffici dell’EPPO in Italia possono incaricare una specifica unità istituita dall’ADM, di intraprendere indagini o di supportare le indagini già in corso.

• ALCUNI CASI DI FRODE DOGANALE IN ITALIA

La Procura europea è stata in Italia molto operativa sin da subito. I risultati ottenuti in connessione con i controlli ADM sono numerosi e di ingente rilievo.

Ieri un intervento di constatazione di contrabbando aggravato a Savona di veicoli storici stranieri per € 750.000 in frode alla casse UE.

A febbraio 13milioni di euro è la somma valutata di evasione di dazio antidumping e IVA all’importazione per forniture passate presso la dogana di Napoli di e-bike di origine Cina, ma fraudolentemente classificate in parti di biciclette e anche, parzialmente, dichiarate con origine Turchia.

In questo mese di marzo dazi doganali ed evasione IVA sull’importazione di mascherine chirurgiche non conformi con sequestro di 350 mila euro. Le mascherine chirurgiche sono state importate dalla Cina attraverso la speciale procedura di ‘rilascio diretto’. Tale procedura può beneficiare dell’esenzione dei dazi all’importazione e dell’IVA sui dispositivi di protezione individuale se consegnati direttamente, e senza alcun ricarico commerciale, alle strutture sanitarie pubbliche impegnate nella lotta alla pandemia. Tuttavia, l’ADM ha rilevato che degli oltre 5,5 milioni di mascherine importate, solo il 60% era effettivamente previsto per le strutture sanitarie pubbliche, e l’altro 40% era per i soggetti privati, che sono esclusi dalle importazioni duty-free.

• UNA VALUTAZIONE DELLO “STRUMENTO” PROCURA EUROPEA

Uno strumento che consentirà meglio di evitare frodi erariali doganali in garanzia non solo di interessi finanziari UE ma anche di interessi economici di imprese che realizzano rapporti commerciali leciti.

Questa nuova azione di intervento europea e nazionale deve spingere le imprese a una maggiore consapevolezza dei propri traffici internazionali per evitare anche di entrare in buona fede in attività che invece la espongano a reati doganali.

Pronta a fornire alle imprese una consulenza e assistenza alla propria attività commerciale internazionale.

Stati membri partecipanti

Ad oggi 22 paesi dell'UE hanno deciso di aderire alla Procura europea:Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna.